2009/08/17

The opposite "BLOB"

Hi guys, eccoci qua finalmente!
A cominciare dalla fine anzichè dall’inizio..... e dopo aver acquistato un nuovo portatile, che ci ha permesso di ristabilire i contatti con il mondo.
Oggi 14 Agosto è l’ultimo giorno negli States. Questa mattina abbiamo riconsegnato il “glorioso” campervan, che nonostante l’eta’ (200.000 Km) e i disagi dovuti alle ristrettezze, ci ha portati in giro per 27 giorni in Colorado, South Dakota e Wyoming, saltellando tra falesie, montagne e Parchi Nazionali.

Ed ora full immersion nei comforts: doccia calda senza limiti, asciugacapelli, televisione, aria condizionata e, come in qualsiasi albergo americano che si rispetti, un comodo letto di una piazza e mezzo a testa.
Giusta pausa di relax per affrontare il lungo viaggio di ritorno che iniziera’ domani.
Per cui, vi racconteremo una “storia al contrario”.



Negli ultimi cinque giorni della nostra vacanza stabiliamo la nostra fissa dimora nella contea di Boulder, capitale dell’ arrampicata del Colorado e andiamo a “sperimentare” alcune falesie della zona, con risultati all’altezza dei personaggi......


Come primo assaggio passiamo con il camper nel Boulder Canyon, guardando con rispetto fifeggiante le pareti completamente prive di protezioni e alla fine optiamo per il Dome che, come si può desumere dal nome, è il piu’ domestico.
Saliamo una linea in fessura, portandola a termine tra le imprecazioni di Patrizia e leviamo quindi le tende, andandoci a godere gli artisti di strada nella vivace isola pedonale di Boulder.




Il giorno dopo saggiamente decidiamo di prenderci un giorno di riposo, visto che son più di venti giorni che trotterelliamo per il Nord America.
Prendiamo il nostro casone e driviamo fino a 50 metri dalla cima del Mount Evans, una montagna di oltre 4.300 metri e dopo una “streneous” salita di 15 minuti, tocchiamo la vetta, che offre, come sempre qua, panorami impensabili alle nostre latitudini. Avvistiamo anche branchi di bighorns e mountain goats.










La stessa sera visitiamo Idaho Springs, un grazioso villaggio, sede nel passato di miniere d’oro e lì dormiamo. Il mattino successivo, con in pugno la nostra fedele guida d’arrampicata ci spostiamo verso Golden, a poche miglia di distanza, alla ricerca non dell’oro, ma di una bolted area (non so se mi spiego!) che, a parte i puma, frequentatori della zona, si rivela molto interessante, ma anche molto rovente, visto che è rivolta a sud.
Mauro, col suo contrappeso di nome Patri, fa un po’ di tiri e nel pomeriggio battiamo in ritirata, prima di bollire....! Ci facciamo una wild shower all’esterno del nostro camperetto e quindi andiamo a far spese a Golden dove c’è un bel negozietto di mountaneering gear, nel quale ricompriamo gli occhiali persi da Mauro.


Golden è uno di quei paesi in cui uno andrebbe a vivere: è ricchissimo di attrattive sportive, tra le quali il Clear Creek, che è stato sagomato in modo da rendere possibile una discesa con i più disparati natanti, camere d’aria di camion comprese. E' frequentato, soprattuto nelle ore serali , da decine e decine di persone di tutte le età che dimostrano di divertirsi un sacco, facendo divertire anche noi spettatori con improbabili giravolte, a rischio annegamento. Oltre a questo, ci sono molti campi sportivi su cui abbiamo visto giocare a soft ball, con grande lena, squadre di donne più o meno mature, con risultati veramente sorprendenti. Tutto ciò ci ha meravigliati, perchè da noi certo non capita spesso!

Il giorno dopo, consigliati dalla simpatica ragazza del negozio di articoli sportivi, visitiamo il Clear Canyon, altra zona sportiva d’arrampicata.





Anche qui si ripete il giochetto e Mauro fa un po’ di tiri su una falesia per fortuna rivolta a nord, con gradi belli secchi, ma molto divertente, insegnando ai “locals” il repertorio di sacramenti dei Bresciani. A questo punto decidiamo di chiudere con l’arrampicata, visto che si sta avvicinando la partenza.

Torniamo per l’ultima volta nella vicina Boulder, anche questa una graziosa cittadina attraversata da un fiume in cui succedono più o meno le stesse cose che dicevamo sopra a proposito di Golden.
In più questa località possiede un affascinante centro storico pedonalizzato, rarità negli States, frequentato da simpaticissimi e strani personaggi, retaggio del passato hippy di questo centro abitato, che dà anche il nome alla Contea.
Dedichiamo l’ultimo giorno della nostra permanenza in Nord America allo shopping selvaggio, acquistando oltre che abbigliamento sportivo, articoli tecnologici, computer compreso, grazie al cambio favorevole che ci permette di spuntare buoni prezzi.
Però adesso il giochetto della storia al contrario ci ha smaronati, per cui riprenderemo il racconto dall’inizio .
A presto......

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